Oggi nel mondo digitale, accessibilità e inclusività sono temi sempre più rilevanti, ma spesso si tende a confonderli o a vederli come aspetti separati.
Mentre lavoravamo su un post social, per rendere il linguaggio più inclusivo, ci siamo trovati di fronte a una sfida inaspettata: come conciliare l’inclusività con i principi di accessibilità?
In particolare, l’uso della schwa (ə) come simbolo di neutralità di genere si è rivelato problematico per chi utilizza lettori di schermo (screen reader), fondamentali per le persone con disabilità visive.
Questo ci ha portato a riflettere: è possibile rendere i contenuti web accessibili a tutti, mantenendo un linguaggio inclusivo?
In questo articolo esploreremo il delicato equilibrio tra accessibilità e inclusività e come trovare un terreno comune per costruire un web più aperto a tutti.
Per comprendere appieno queste due problematiche, è fondamentale partire da una definizione chiara di cosa significano realmente accessibilità e inclusività, così da stabilire una base su cui costruire una riflessione approfondita.
Cosa sono accessibilità e inclusività? Principi fondamentali per un web accessibile a tutti
Accessibilità e inclusività sono concetti strettamente legati, entrambi infatti mirano a creare un ambiente digitale accessibile a tutti, ma si concentrano su aspetti diversi.
L’accessibilità riguarda la possibilità di fruire dei contenuti da parte di tutti, incluse le persone con disabilità fisiche o cognitive. Si concentra sugli aspetti tecnici, come il design e la compatibilità con le tecnologie assistive.
L’inclusività riguarda invece il linguaggio, che deve essere neutro e rispettoso delle diverse identità di genere. Non si tratta solo di parole, ma di un atteggiamento che promuove la partecipazione di tutti, senza esclusioni.
In molti casi, accessibilità e inclusività si sovrappongono. Ad esempio, un sito web può essere accessibile, ma se il linguaggio non è inclusivo, può risultare esclusivo.
Ed ecco un esempio: un form contatti può essere perfettamente accessibile, garantendo che tutte le persone, incluse quelle con disabilità, possano compilarlo senza barriere, ma non essere inclusivo. Se infatti nel campo per il genere offre solo le opzioni “Maschile” e “Femminile” esclude chi non si identifica in queste categorie. Inclusività e accessibilità, quindi, devono lavorare insieme per un’esperienza davvero equa.
Riferimenti e linee guida per un web aperto a tutti
Le linee guida più importanti per l’accessibilità sono le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), sviluppate dal W3C. Non esistono linee guida paragonabili per l’inclusività, ma ci sono buone pratiche come quelle suggerite dalle Nazioni Unite o l’UNDP Gender-Inclusive Ethical Communication Guidelines.
Esploriamo ora più nel dettaglio i requisiti stabiliti dalle WCAG, che sono fondamentali per garantire che il nostro sito sia effettivamente fruibile da tutti, incluse le persone con disabilità.
I requisiti di accessibilità secondo le WCAG
Le WCAG stabiliscono quattro principi fondamentali per rendere un sito web accessibile:
- Percepibile: I contenuti devono essere visibili e comprensibili per chi ha difficoltà visive o uditive. Ad esempio, usare il testo alternativo per le immagini.
- Operabile: Il sito deve essere navigabile con la tastiera, per chi ha difficoltà motorie.
- Comprensibile: Il linguaggio deve essere chiaro e semplice.
- Robusto: Il sito deve essere compatibile con dispositivi e tecnologie assistive, come i lettori di schermo.
Le WCAG 2.1 non parlano direttamente di schwa o di linguaggio inclusivo in senso stretto, ma ci sono alcuni criteri che toccano temi legati all’accessibilità e alla comprensione dei contenuti. Ecco come:
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- Informazioni e relazioni (Criterio 1.3.1)
Questo principio assicura che tutte le informazioni siano accessibili a tutti gli utenti, a prescindere dal formato. Ad esempio, se usi tecnologie assistive come i lettori di schermo, le informazioni devono essere comprensibili. L’uso della schwa può essere problematico per i lettori di schermo, che spesso non lo leggono correttamente. Per garantire l’inclusività, si potrebbero usare variazioni di tono o segnali uditivi per trasmettere il messaggio di neutralità di genere.
- Informazioni e relazioni (Criterio 1.3.1)
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- Contenuti comprensibili e leggibili (Requisiti 3.1.1 – 3.1.6)
Le WCAG raccomandano di usare un linguaggio chiaro e semplice, che aiuti chi ha difficoltà cognitive o linguistiche. Scrivere in modo chiaro migliora l’inclusività, favorendo la comprensione anche per chi ha background culturali diversi. Inoltre, usare pronomi neutri e termini inclusivi evita ambiguità e rende il contenuto accessibile a tutti, indipendentemente dal genere.
- Contenuti comprensibili e leggibili (Requisiti 3.1.1 – 3.1.6)
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- Input utente ed errori (Requisito 3.3)
Le WCAG richiedono di fornire istruzioni chiare e assistenza per evitare errori durante l’inserimento dei dati. Per esempio, offrire opzioni di genere non binarie o spiegazioni chiare aiuta gli utenti che potrebbero avere difficoltà nel completare i moduli, rendendo il sito più inclusivo.
- Input utente ed errori (Requisito 3.3)
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- Compatibilità con tecnologie assistive (Requisito 4.1)
È fondamentale che il sito sia compatibile con strumenti come i lettori di schermo, per garantire che le persone con disabilità visive, uditive o cognitive possano fruire del contenuto. Questo rende il sito accessibile e inclusivo per tutti.
- Compatibilità con tecnologie assistive (Requisito 4.1)
I numeri dell’accessibilità: uno sguardo ai principali ostacoli online
Nel report The WebAIM Million del 2023, WebAIM ha analizzato un milione di homepage, rilevando che l’83.6% presentava errori di accessibilità. In particolare, il settore e-commerce risulta tra i più critici con una media di oltre 72 errori per pagina, il che lo colloca tra le categorie con più difficoltà di accesso.
Tra i problemi riscontrati: il 35,8% dei campi di input non ha etichette adeguate, un errore che compromette l’usabilità per i lettori di schermo, mentre il 17,3% delle pagine utilizza link ambigui come “clicca qui” o “leggi di più,” che non forniscono contesto agli utenti.
Non lasciare che il tuo sito faccia parte di queste statistiche!
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Inclusività e linguaggio inclusivo nel mondo digitale
Come accennato, non ci sono veri e propri riferimenti normativi per l’inclusività nel web, ma piuttosto delle linee guida.
Le UNDP Gender-Inclusive Ethical Communication Guidelines (GIEC) delle Nazioni Unite forniscono un framework per garantire che la comunicazione istituzionale, le politiche e i progetti siano inclusivi, rispettosi e sensibili alle questioni di genere. Queste linee guida promuovono un approccio etico e inclusivo per affrontare le disparità di genere, evitando stereotipi e discriminazioni.
Ecco alcuni dei principi chiave:
- Linguaggio inclusivo
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- Utilizzare un linguaggio che non escluda nessun genere, rendendo le comunicazioni più accessibili e rispettose delle identità di genere diverse.
- Evitare il linguaggio che perpetua stereotipi di genere, utilizzando invece pronomi neutri, termini non binari e strutture grammaticali inclusive (come la schwa “@”, “*”, o altre forme equivalenti).
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- Rappresentazione equilibrata
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- Garantire che le persone di tutti i generi siano rappresentate equamente nei contenuti visivi, nei messaggi e nelle storie raccontate. Questo implica una rappresentazione bilanciata di uomini, donne e persone non binarie, sia nei ruoli tradizionali che in quelli non convenzionali.
- Non ridurre le persone a semplici stereotipi di genere, ma raccontare storie che mostrano una varietà di esperienze, identità e ruoli.
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- Consapevolezza culturale e contesto locale
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- Promuovere un linguaggio che rispetti le diversità culturali e le tradizioni locali, pur mantenendo un forte impegno verso l’inclusività di genere. Ciò implica una comprensione profonda del contesto culturale, sociale ed economico in cui si opera.
- Adattare la comunicazione in base alle esigenze specifiche della comunità, evitando un approccio uniforme che possa risultare estraneo o inadeguato in determinate culture.
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- Accessibilità
- Usare un linguaggio chiaro e semplice, evitando frasi complesse o ambigue per facilitare la comprensione da parte di un pubblico più ampio.
Quando inclusività e accessibilità entrano in conflitto
Nonostante inclusività ed accessibilità siano due concetti così vicini, a volte possono entrare in conflitto. Ecco alcuni esempi:
- Linguaggio inclusivo e tecnologie assistive: L’uso del linguaggio neutro rispetto al genere, come la schwa (ə), promuove l’inclusività, ma può essere difficile da interpretare per i lettori di schermo, strumenti fondamentali per le persone con disabilità visive. Questo può creare una barriera nell’accesso ai contenuti.
- Tecnologie avanzate e accessibilità: Tecnologie come emoji o simboli per rappresentare concetti complessi sono utili per comunicare in modo inclusivo, ma potrebbero risultare incomprensibili per persone con disabilità cognitive o per chi usa tecnologie assistive. Pensa anche solo all’uso delle gif nei sistemi di messaggistica!
- Design per la visibilità vs leggibilità: Scelte stilistiche per enfatizzare l’inclusività, come l’uso di font creativi o layout innovativi, possono compromettere la leggibilità per chi ha disabilità visive, come la dislessia. In questi casi, il design inclusivo potrebbe non rispettare i criteri di accessibilità visiva delle WCAG, come il contrasto elevato o la scelta di font leggibili.
- Grafica complessa e lettori di schermo: Le immagini o gli elementi grafici che rappresentano concetti inclusivi, come simboli di identità di genere, potrebbero non essere correttamente descritti dai lettori di schermo, a meno che non siano accompagnati da testi alternativi adeguati. Senza queste descrizioni, le persone non vedenti o ipovedenti potrebbero non riuscire ad accedere ai contenuti.
- Identità di genere non binaria: L’uso di pronomi inclusivi come “loro” o “they” (in inglese) per persone non binarie è un passo verso una comunicazione più inclusiva. Tuttavia, questi pronomi non sono sempre supportati dalle tecnologie assistive o nelle convenzioni grammaticali tradizionali, creando una barriera all’accesso per chi utilizza lettori automatici.
In generale, il conflitto tra inclusività e accessibilità nasce dalla necessità di bilanciare l’adozione di linguaggi, tecnologie e design che rispettano la diversità con la necessità di garantire che tutti possano accedere ai contenuti digitali in modo chiaro e funzionale.
La soluzione sta spesso nell’adottare approcci flessibili che possano adattarsi a diverse esigenze, prevedendo alternative o aggiustamenti quando necessario.
Equilibrio tra inclusività e accessibilità: soluzioni per una comunicazione universale
Mantenere sia inclusività che accessibilità può sembrare una sfida, ma ci sono diverse soluzioni pratiche che le aziende possono adottare per garantire che i loro contenuti siano fruibili da tutti gli utenti, rispettando al contempo le diversità culturali, sociali e di identità di genere.
Ecco alcune soluzioni concrete:
1. Linguaggio neutro vs. linguaggio inclusivo
Problema:
L’uso di un linguaggio inclusivo può risultare inaccessibile a causa della scarsa compatibilità con i lettori di schermo e altre tecnologie assistive.
Soluzione:
Adottare un linguaggio neutro, che rispetti le identità di genere senza compromettere l’accessibilità.
Esempi Pratici:
- Evita l’uso della schwa (ə) o di simboli complessi, poiché i lettori di schermo potrebbero non interpretarli correttamente. Utilizza invece pronomi generici e termini inclusivi, come “utenti” o “clienti“.
- Preferisci strutture inclusive semplici, come “tutti i clienti sono benvenuti” invece di “tutti i clienti e tutte le clienti“, per una lettura fluida e accessibile.
2. Personalizzazione dell’esperienza dell’utente
Problema:
Le esigenze linguistiche e di accessibilità variano notevolmente da utente a utente.
Soluzione:
Offrire opzioni personalizzabili per consentire agli utenti di scegliere il linguaggio e le modalità di accessibilità più adatte.
Esempi Pratici:
- Implementa nelle impostazioni del sito un’opzione che permetta di scegliere tra linguaggio inclusivo o neutro, in base alle preferenze di chi naviga.
- Offri diverse modalità di accessibilità, come una “versione facile da leggere” e l’opzione di attivare sottotitoli e trascrizioni per contenuti video.
3. Test di accessibilità e inclusività
Problema:
La mancanza di test adeguati può compromettere sia l’accessibilità che l’inclusività dei contenuti web.
Soluzione:
Condurre test di accessibilità e inclusività per garantire la compatibilità con le tecnologie assistive e il rispetto delle diversità.
Esempi Pratici:
- Usa strumenti di testing per valutare l’accessibilità visiva e uditiva (contrasto, descrizione immagini).
- Verifica che immagini e video non solo siano accessibili tramite alt text, ma rappresentino anche diversità di etnie, capacità e identità di genere.
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4. Rendere i contenuti visivi accessibili e inclusivi
Problema:
I contenuti visivi possono risultare inaccessibili a utenti con disabilità visive e uditive.
Soluzione:
Integrare immagini e contenuti visivi che siano inclusivi e comprensibili per tutti.
Esempi Pratici:
- Fornisci alternative testuali (alt text) per tutte le immagini, così che i contenuti siano fruibili anche per chi usa lettori di schermo.
- Rappresenta diverse identità di genere, origini etniche e capacità fisiche nei contenuti visivi, evitando stereotipi.
- Usa icone universali, come simboli per persone con disabilità, per trasmettere il messaggio in modo chiaro anche a chi non può vedere il testo completo.
5. Tecnologie avanzate di supporto
Problema:
Non tutti gli utenti hanno la stessa capacità di fruizione, e necessitano quindi di tecnologie assistive personalizzabili.
Soluzione:
Sfruttare tecnologie assistive avanzate che permettano maggiore interazione e personalizzazione.
Esempi Pratici:
- Integra tecnologie come VoiceOver o Narrator per lettura del testo, oltre a funzionalità che consentano di ingrandire il testo, cambiare i colori, attivare sottotitoli per i video, ecc.
- Utilizza l’intelligenza artificiale per adattare automaticamente il linguaggio e riformulare frasi per utenti con disabilità cognitive.
6. Formazione e consapevolezza
Problema:
Senza una formazione adeguata, il team potrebbe non applicare correttamente i principi di accessibilità e inclusività.
Soluzione:
Educare il team di sviluppo e marketing su accessibilità e inclusività per garantire che tali principi vengano applicati in modo coerente.
Esempi Pratici:
- Organizza workshop periodici su accessibilità e inclusività per tutto il team, con un focus su strumenti e pratiche aggiornate per mantenere i contenuti accessibili e inclusivi.
- Fornisci una guida interna con linee guida pratiche, esempi e checklist per la scrittura e il design accessibili.
- Assicurati che il team sia aggiornato sulle tecnologie assistive e sui requisiti normativi, come le linee guida WCAG, tramite corsi di aggiornamento online o partecipazione a conferenze del settore.
7. Adottare standard e linee guida internazionali
Problema:
Il mancato rispetto delle normative internazionali può portare a penalizzazioni legali e a una ridotta accessibilità del sito.
Soluzione:
Seguire linee guida di accessibilità internazionali e best practices per rendere il sito web inclusivo e accessibile.
Esempi Pratici:
- Implementa un sistema di verifica della conformità WCAG direttamente nel workflow di sviluppo, in modo da garantire che tutte le pagine rispettino questi standard.
- Collabora con esperti di accessibilità per eseguire audit regolari sul sito e assicurarti che rispetti gli standard più aggiornati, migliorando continuamente l’esperienza utente.
Esempi di successo: come le grandi aziende integrano accessibilità e inclusività nella comunicazione digitale
Questi esempi mostrano come le aziende stiano andando oltre le normative di accessibilità, cercando anche di promuovere un ambiente digitale che rispetti e rappresenti tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità fisiche, cognitive o dalla loro identità di genere.
Microsoft è un esempio di azienda che ha integrato profondamente l’accessibilità e l’inclusività nei suoi prodotti e nella sua comunicazione. L’azienda ha creato una “Accessibility Checker” per Word, Excel, PowerPoint, che aiuta gli utenti a garantire che i loro documenti siano accessibili.
Inoltre, la sua piattaforma di e-learning, Microsoft Learn, è progettata per essere compatibile con le tecnologie assistive, garantendo un’esperienza inclusiva per chi ha disabilità.
Microsoft è anche un esempio di inclusività nella sua pubblicità e nei contenuti promozionali, utilizzando linguaggio neutro e rappresentazioni diverse di persone, inclusi utenti con disabilità.
Airbnb ha implementato un’iniziativa di accessibilità digitale, che include la possibilità di filtrare le strutture in base alle esigenze di accessibilità, come camere senza barriere architettoniche o con accesso per sedia a rotelle.
L’azienda ha anche adottato una comunicazione inclusiva, utilizzando pronomi neutrali e garantendo che le sue piattaforme siano fruibili per utenti con disabilità cognitive o visive, migliorando l’esperienza dell’utente attraverso un design semplice e intuitivo.
Apple è un altro gigante che promuove attivamente l’accessibilità, integrando funzionalità come il VoiceOver (lettore di schermo) e la modalità di visualizzazione ad alto contrasto nei suoi dispositivi. Apple ha anche lanciato campagne pubblicitarie che celebrano la diversità, includendo persone con disabilità o appartenenti a comunità marginalizzate.
Le sue linee guida di progettazione (Human Interface Guidelines) enfatizzano l’accessibilità, con suggerimenti su come rendere le app compatibili con i lettori di schermo, migliorare la leggibilità e ottimizzare la navigazione per tutti gli utenti.
Spotify ha migliorato la sua piattaforma per renderla più inclusiva, lavorando per integrare una funzione di sottotitoli per i contenuti video e per garantire che il suo sito web sia accessibile a chi ha disabilità motorie o cognitive.
In termini di inclusività linguistica, Spotify ha collaborato con esperti per creare playlist, articoli e contenuti che celebrano la diversità culturale, l’inclusività di genere e la rappresentanza delle minoranze.
Google ha creato il Google Accessibility Center, dove gli utenti possono trovare informazioni su come rendere i propri dispositivi Android e le app Google più accessibili. Ad esempio, ha introdotto funzionalità come TalkBack, che consente ai non vedenti di navigare nei dispositivi Android tramite il lettore di schermo.
In termini di inclusività, Google ha rinnovato le sue linee guida per il design dei suoi prodotti e servizi, adottando un linguaggio neutro rispetto al genere e garantendo la rappresentanza di tutti i gruppi nelle immagini e nei contenuti.
Un esempio eclatante: Coca-Cola – campagna “Share a Coke” inclusiva
Nel 2014, Coca-Cola ha rilanciato la sua campagna globale “Share a Coke”, che inizialmente consisteva nel stampare i nomi più comuni sulle bottiglie di Coca-Cola per permettere ai consumatori di “condividere una Coca-Cola” con amici e familiari, personalizzando le bottiglie con i loro nomi.
Coca-Cola ha voluto rendere questa campagna di successo inclusiva e accessibile, in particolare per le persone con disabilità visive.
Un nuovo standard di accessibilità
Per rendere la campagna più accessibile a chi ha disabilità visive, Coca-Cola ha introdotto una serie di modifiche digitali e interattive, tra cui:
- Codici QR e audio descrizioni: Ogni bottiglia di Coca-Cola personalizzata poteva essere scansionata tramite un codice QR che rimandava a un’applicazione dove, grazie alla tecnologia di sintesi vocale, veniva letta ad alta voce la personalizzazione sulla bottiglia, ad esempio il nome. Questo ha reso il prodotto accessibile a chi non riusciva a leggere il testo sulla bottiglia.
- Inclusività digitale nei social media: Coca-Cola ha collaborato con influencer e community online per assicurarsi che i contenuti fossero visibili e leggibili da tutti, inclusi gli utenti non vedenti e ipovedenti. Sono stati inclusi sottotitoli per i video sui social media e resi disponibili contenuti facili da comprendere per persone con disabilità cognitive.
- Campagna sui social media con pronomi inclusivi: Coca-Cola ha anche lavorato per rendere la campagna più inclusiva linguisticamente. Hanno utilizzato pronomi neutrali di genere in vari contenuti promozionali, permettendo a più persone di sentirsi rappresentate nella campagna.
L’effetto della campagna
La campagna ha avuto un grande impatto, non solo perché ha parlato di personalizzazione e connessione tra le persone, ma perché ha fatto un passo in più integrando l’accessibilità digitale per chi ha disabilità. La creazione di un’esperienza interattiva più inclusiva ha coinvolto una comunità più ampia, sensibilizzando al contempo sull’importanza di rendere i contenuti digitali fruibili da tutti.
Risultato e impatto
Coca-Cola ha dimostrato come un marchio globale possa fare molto per includere e rendere accessibile l’esperienza digitale per tutti, anche attraverso tecnologie relativamente semplici come l’uso di codici QR e lettori vocali.
La campagna ha vinto premi e ha ricevuto apprezzamenti per la sua capacità di coniugare marketing tradizionale e inclusività digitale, dimostrando che i marchi possono realizzare campagne di grande impatto sociale pur mantenendo un forte legame con la propria identità.
La campagna “#ShareACoke” di Coca-Cola è un esempio brillante di come un brand possa unire marketing inclusivo e accessibilità digitale attraverso tecnologie innovative, garantendo una maggiore accessibilità per le persone con disabilità visive, e creando un’esperienza digitale che abbraccia tutte le diversità.
Accessibilità e inclusività, un vantaggio strategico per il tuo business
In conclusione, inclusività e accessibilità sono due facce della stessa medaglia, entrambe cruciali per garantire un’esperienza utente completa e soddisfacente. Mentre l’accessibilità si concentra sul rendere i contenuti fruibili da persone con disabilità, l’inclusività va oltre, cercando di abbattere le barriere culturali, linguistiche e sociali per accogliere una vasta gamma di utenti. Non si tratta di due obiettivi separati, ma complementari: un sito che risponde alle esigenze di accessibilità è già più inclusivo, e un sito inclusivo spesso è anche più accessibile.
L’obiettivo finale è un’esperienza digitale che sia facilmente navigabile per tutti, senza lasciare indietro nessuno. Curare entrambi gli aspetti non solo favorisce una maggiore partecipazione e fidelizzazione degli utenti, ma rappresenta anche un vantaggio competitivo per le aziende.
Secondo lo studio di WebAIM, l’utente con disabilità è molto più propenso a restare su un sito che rispetta le sue necessità, aumentando la soddisfazione e riducendo il tasso di abbandono. Allo stesso modo, un sito inclusivo attira un pubblico più ampio, favorendo il traffico organico e migliorando le performance SEO.
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